Le cause della caduta dell'Impero romano d'occidente

Le cause della crisi e della caduta dell'Impero d'occidente furono sia interne che esterne


Le cause interne
Per quanto riguarda le questioni interne, esse furono principalmente di carattere economico.
A causa della vastità del territorio, crebbe la spesa per difendere l'impero e vennero introdotto tasse sempre più gravose.
Ciò danneggiò i piccoli e medi proprietari terrieri che non poterono più pagare le tasse e furono costretti a vendere i propri possedimenti e diventare semplici agricoltori per il nuovo proprietario. Questi si trasformarono in servi della gleba1. Si ridussero i traffici commerciali, scomparvero le monete e si ritornò al baratto2. L'economia diventa sempre più legata ad un'agricoltura povera e arretrata.


Le cause esterne
Le cause esterne furono le invasioni barbariche. I barbari a partire dal III secolo si fecero sempre più aggressivi: i Germani pressavano sui confini dell'Impero e compivano sempre più spesso incursioni e saccheggi in territorio romano, mettendo spesso in difficoltà l'esercito romano.
Fino al IV secolo, grazie alla stabilità del potere imperiale, la pressione ai confini venne controllata, ma nel V secolo l'Occidente romano crollò: i vari popoli germanici (Vandali, Suebi, Alemanni, Visigoti, Ostrogoti ecc.), spinti dagli Unni (documentario sugli Unni) che provenivano dall'Asia, oltrepassarono in massa i confini dell'impero e conquistarono vaste zone dell'Impero (Gallia, Spagna, Africa, Britannia), riducendo l'Impero d'Occidente alla sola Italia.

La fine dell'impero
Roma dovette subire numerosi saccheggi. Prima quello dei Visigoti nel 410 d. C., poi quello degli Unni guidati da Attila, chiamato “il flagello di Dio”, nel 451. Nel 455 dai Vandali. Nel 476 il re barbaro degli Eruli3, Odoacre, depose l'ultimo imperatore d'Occidente, Romolo Augusto, ponendo formalmente fine all'Impero romano d'Occidente.

1Gli Eruli erano una popolazione germanica della quale è ancora incerta l'origine; per alcuni studiosi erano originari della Svezia, secondo altri della Danimarca.



Immagine tratta da it.wikipedia.it

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Note

1. La servitù della gleba era una condizione di un determinato tipo di contadini che li legava ad un determinato terreno (gleba, in latino, è propriamente la "zolla" di terra). I servi della gleba coltivavano le terre che appartenevano ai proprietari terrieri, pagando un affitto e lavorando per alcuni giorni gratuitamente per il proprietario terriero (corvées). I servi della gleba erano tali per nascita e non potevano cambiare la loro condizione senza il consenso del padrone del terreno. Diversamente dagli schiavi, non venivano considerati "cose" ma persone, avevano il diritto alla proprietà privata, sebbene limitata ai beni mobili, potevano sposarsi, avere figli ai quali lasciare un'eredità. Il servo della gleba poteva essere venduto insieme alla terra, su cui aveva il dovere di restare e dalla quale non poteva neanche esserne cacciato.

2. Il baratto è un'operazione di scambio di beni o servizi fra due o più soggetti (individui, governi, ecc.) senza uso di moneta

3. Gli Eruli erano una popolazione germanica della quale è ancora incerta l'origine; per alcuni studiosi erano originari della Svezia, secondo altri della Danimarca.
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Approfondimenti: La caduta dell'Impero romano

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